L’età d’oro del bergamotto fu interrotta da due avvenimenti che misero drammaticamente a rischio l’esistenza e la sopravvivenza del famoso agrume. Il primo fu il terremoto del 1908, che distrusse completamente Reggio Calabria e devastò il territorio dello stretto di Messina, mettendo fine in pochi attimi a tante prospettive di sviluppo. Ma la tenacia dei reggini, coadiuvata dagli aiuti provenienti da ogni parte del mondo, riuscì a superare la terribile catastrofe: le ferite causate dall’evento sismico lentamente si rimarginarono, le piantagioni di bergamotto risorsero e l’estrazione dell’Oro Verde riprese. Il secondo colpo inferto al bergamotto avvenne tra gli anni ‘60 e gli anni ’80: un massiccio attacco sferrato dalle grandi industrie chimiche internazionali, intenzionate a conquistare il mercato altamente profittevole della cosmesi e dei profumi, che cercarono di annullare la leadership che il bergamotto aveva conquistato nel corso dei secoli. L’attacco fu duplice; da un lato fu messa in atto una insidiosa e aggressiva campagna di disinformazione pseudo-scientifica che sosteneva la dannosità dei prodotti cosmetici contenenti l’olio di bergamotto; contemporaneamente furono create e immesse sul mercato delle essenze completamente sintetiche. Per superare la difficile prova, nel 1986 fu istituito il Comitato Internazionale di Difesa del Bergamotto. Tre équipe, con la supervisione di prestigiosi scienziati a livello mondiale, dimostrarono in modo documentato la totale innocuità dell’olio essenziale di bergamotto, rassicurando i consumatori e le case profumiere e confermando, prove alla mano, la superiorità qualitativa del prodotto naturale rispetto a quelli chimici di sintesi.

This post is also available in: Inglese Tedesco Francese